Anziano ucciso da una polmonite risarcimento di oltre 3 milioni
Il 13 gennaio 2020 il signor L.V. è stato ricoverato al Fatebenefratelli, per essere seguito nella sua demenza senile. Il 4 febbraio è morto. Ad ucciderlo, una polmonite. Ora, il Tribunale di Venezia ha condannato l’Ospedale San Raffaele Arcangelo a risarcire alla famiglia del 72enne veneziano, ex operaio, oltre un milione di euro.
Il giudice riporta le conclusioni del consulente medico legale, che ha rilevato come a fronte di una febbre a 39 gradi, “il paziente non fu né adeguatamente studiato sotto il profilo clinico con opportuni approfondimenti (anche una semplice radiografia del torace sarebbe stata sufficiente) né sufficientemente trattato sotto il profilo terapeutico, non venendo idratato né sottoposto a terapia antibiotica”, “la prestazione sanitaria inadeguata è stata la causa del progressivo aggravamento”, fino alla morte. “mio padre stava bene, è entrato con le sue gambe al Fatebenefratelli: è morto per incuria”, commenta il figlio, “abbiamo voluto rendere nota la sua storia per restituirgli dignità. La sentenza non ce lo può restituire, ma riconosce la sua ingiusta scomparsa: “non fu colpito da Covid”, osserva l’avvocato Enrico Cornelio, “ma da una normale polmonite batterica che avrebbe potuto essere contrastata con una tempestiva terapia antibiotica”. Il Tribunale ha disposto un risarcimento di 411 mila euro per la vedova, di 225 mila per ciascuno dei due figli, 127 mila euro per la nipotina e 70 mila euro tra le spese legali e di consulenza.