ARCHIVIO RASSEGNE
08 Gennaio 2009

Parto sbagliato: l'Usl condannata a pagare.

Il Gazzettino
Giovedì 08 gennaio 2009
Dopo una vicenda durata dodici anni è arrivata la condanna per l’Usl di Camposampiero e l’attuale primario di Ostetricia
PARTO SBAGLIATO, RISARCITA CON TRE MILIONI
Un bimbo era nato morto, il gemello affetto da malformazione. Il giudice: la mamma non fu seguita in modo adeguato
“Ritiene questo Tribunale che vada affermata la responsabilità solidale di tutti i convenuti, ad eccezione del dottor Giorgio Pivetta, atteso che quando un medesimo danno è provocato da più soggetti, per inadempimenti contrattuali diversi, intercorsi rispettivamente tra ciascuno di essi e il danneggiato, tali soggetti debbono essere considerati corresponsabili in solido”.
Lo scrive il giudice del Tribunale di Padova, Roberto Beghini, nella motivazione della sentenza che scrive la parola fine in una vicenda giudiziaria durata 12 anni. Un parto cesareo avvenuto in ritardo. Un bimbo nato morto ed il gemellino sopravissuto affetto da una gravissima malformazione. La somma da risarcire è di 2 milioni 750 mila euro ai coniugi Enrico e Valentina assistiti dall’avvocato Enrico Cornelio. A pagare saranno l’Usl 15 di Camposampiero, in solido con il dottor Italo De Meo, oggi primario dei riparti di ostetricia e ginecologia dell’ospedale, la dr. Elena Gentile, in servizio nel medesimo ospedale, nonché la società Minos che gestisce il poliambulatorio San Luca struttura nella quale la signora Valentina era stata seguita privatamente dal dottor De Meo nel corso della gravidanza.
Il giudice afferma che al primario De Meo va addebitata la responsabilità per il 15 per cento del danno.
Per dodici anni una coppia di genitori ha atteso giustizia. E ieri, dopo una causa estenuante, costata la condanna dell’amministrazione giudiziaria di 24 mila euro a titolo di danno morale per la lunghezza del procedimento, è arrivata la sentenza.
La gravidanza gemellare monocoriale e monoamniotica rappresenta rischi estremamente elevati di patologia e morte endouterina dei feti ed è altrettanto noto che la causa principale di morte è rappresentata dalla patologia funicolare.
Questo scrivono nella perizia d’ufficio i professori De Ferrari e Pecorelli dell’Università di Brescia.
Per questo motivo è indispensabile attuare una monitoraggio intensivo della gravidanza a partire dalla ventottesima settimana di gestazione, proprio per poter determinare l’eventuale presenza e frequenza di decelerazioni del battito fetale, indicative di patologia funicolare che possono precedere la morte del feto.
Queste sono nozioni elementari di ginecologia, che ogni medico dovrebbe ben conoscere. È nozione basilare per qualsiasi ginecologo che il rischio tipico di una gravidanza gemellare monocoriale è che nella fase iniziale, per movimenti spontanei dei due feti i cordoni ombelicali si annodano e il groviglio diventi sempre più stretto verso la fine della gestazione con elevato rischio di strozzatura. Va da sé che un monitoraggio intensivo può essere effettuato solo in una struttura ospedaliera. Invece il dottor De Meo ha continuato a visitare la sua paziente nella struttura privata, dalla quale percepiva l’ottanta per cento al lordo d’imposta, dell’onorario corrisposto.
In ospedale la signora Valentina ha effettuato solo due ecografie un mese prima del parto. E già allora – sostiene il legale della coppia – vi era una situazione sicuramente allarmante.
Non ha effettuato nessun esame cardiotocografico perché la macchina in ospedale era rotta. Il monitoraggio vero e proprio è iniziato solo il giorno del parto la mattina del 15 maggio 1996. Ma era troppo tardi. Un feto presentava un battito cardiaco debolissimo, nell’altro il battito era totalmente assente.
Sarebbe bastato questo a convincere i medici della necessità di un immediato taglio cesareo. Invece è stato perso altro tempo, almeno un paio d’ore, durante le quali la sofferenza ipossica intrauterina del feto sopravvissuto si è fatta ancora più grave. E come se non bastasse la mamma ha avuto gravi postumi postoperatori per un’infezione contratta in sala operatoria.
Un gemellino è nato morto. Poteva essere salvato, sostengono i genitori.
L’altro è condannato ad un’esistenza infelice.
È affetto da tetraparesi spastica, cecità, epilessia, doppia incontinenza, quadro motorio e psichico gravemente compromesso.
È incapace di svolgere autonomamente qualsiasi attività.