Avvocato si presenta all’Angelo e ottiene, dopo una trattativa, i 34mila euro già dovuti per il decesso di un giovane di Dolo
L’azienda sanitaria chiama in causa la compagnia romena che non aveva ancora provveduto a pagare il risarcimento
IL CASO
Mestre Il pignoramento è scattato all’ora di pranzo. Gli avvocati Enrico e Livia Cornelio si sono presentati in ospedale con l’ufficiale giudiziario Marcello Caputo e dopo una “trattativa” di una buona mezz’ora negli uffici del Cup hanno ricevuto il bonifico da 24.105 euro eseguito seduta stante. E’ quanto spetta ai familiari di Andrea Tassetto, il giovane di 31 anni che il 26 giugno 2012 morì all’ospedale di Dolo a causa di un infarto intestinale per cui non fu curato adeguatamente, come accertato dalla perizia del medico legale, tra dolori lancinanti e richieste strazianti dei familiari d’intervenire. “E invece lo mandarono dallo psichiatra”, raccontano i legali che patrocinano la famiglia e ieri hanno ottenuto l’esecuzione della sentenza che il 31 luglio scorso aveva condannato l’Ulss a pagare 30mila euro più gli interessi legali. Una cifra dovuta a titolo di risarcimento per il danno terminale, causato cioè a Tassetto per i tre giorni in cui fu ricoverato nel nosocomio dell’allora Ulss 13 (ora confluita sotto la 3 Serenissima) in cosciente agonia. A questa, devoluta in eredità, se ne potrebbe aggiungere un’altra ben più sostanziosa, sul mezzo milione di euro, per quello dovuto ai familiari a seguito della perdita del congiunto (l’udienza decisiva è fissata per il 12 settembre).
Alle strette
Intanto ieri si è chiusa così la prima parte della causa con gli avvocati Cornelio che hanno messo alle strette l’Ulss. Alle 12,45, assieme a Caputo, sono entrati negli uffici del Cup chiedendo a un impiegato allo sportello di parlare con i dirigenti. Quindi sono stati fatti accomodare in un ufficio dove, avvertito dal personale, è giunto il direttore dell’ospedale Michele Tessarin. “Abbiamo assistito all’ennesimo tentativo di prendere tempo, tra telefonate e rinvii ad altre persone – hanno poi spiegato i legali all’uscita – Il 31 dicembre era decorso inutilmente il termine per provvedere al pagamento, senza che l’azienda sanitaria si sia mai fatta sentire. Eravamo pronti a soddisfare il credito nelle modalità previste dalla legge e solo a quel punto hanno provvisto al bonifico, comprensivo delle spese dovute per la procedura d’intervento”.
Assicurazione romena
La vicenda aveva portato a galla una “curiosa” circostanza: l’Ulss 13 era assicurata con la City Insurance” che, a dispetto del nome, si è scoperto avere sede in Romania e non aver mai provveduto a liquidare la somma. Proprio su questa l’Ulss scarica adesso la responsabilità: “L’azienda sanitaria ha provveduto oggi ad effettuare direttamente il pagamento, che ai suoi uffici legali risultava peraltro già effettuato dalla compagnia assicurativa, a cui competeva il versamento della cifra stabilita in sede giudiziaria – ha comunicato in una nota diffusa nel pomeriggio – Era noto infatti all’azienda sanitaria che già in data 12.1.2018 il liquidatore, confermando l’intenzione della compagnia assicurativa di dare seguito al bonifico, aveva scritto all’avvocato di controparte con la richiesta degli estremi e delle coordinate bancarie”. E fa sapere che non finisce qui: “L’azienda sanitaria verifica ora in capo a chi siano da imputare i ritardi che l’hanno condotta ad intervenire per via urgente, nonostante fin dall’inizio del procedimento avesse espresso alla compagnia, per tramite del proprio avvocato patrocinatore, la disponibilità ad effettuare direttamente il pagamento ai beneficiari in caso di ritardo o inadempienza da parte della compagnia assicurativa”. Il “blitz” di ieri si è concluso con il vivace invito che Tessarin ha rivolto ai Cornelio a non rilasciare dichiarazioni alla stampa nella hall dell’ospedale.
Alvise Sperandio