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16 Giugno 2017

Portuale morto per l’amianto un milione di risarcimento. Corriere del Veneto

Portuale morì per l’amianto nel 2008 a 62 anni: la Corte d’Appello ha disposto un risarcimento di 1.070.000 euro per la famiglia del defunto, ovvero la moglie e i quattro figli assistiti dagli avvocati Enrico e Claudia Cornelio.
In primo grado il tribunale aveva stabilito che il risarcimento ammontasse a 670 mila euro, già interamente pagati dall’Autorità Portuale di Venezia, che ora dovrà saldare la differenza di 400 mila euro.
A presentare ricorso contro il pronunciamento di primo grado era stata proprio l’Autorità Portuale, sostenendo un difetto di legittimazione passiva e quindi di non essere il soggetto preposto al risarcimento.
Ma la quarta sezione civile della Corte d’Appello veneziana ha ribaltato il pronunciamento di primo grado, disponendo l’aumento del risarcimento.
Questo perché la prima quantificazione era stata effettuata applicando le tabelle di risarcimento del tribunale di Venezia.
“La Corte lagunare, che pure aveva a suo tempo contribuito alla stesura delle tabelle, ha giustamente riconosciuto che la liquidazione dei danni alla persona va fatta con le tabelle del tribunale di Milano, come richiesto in citazione”, chiarisce l’avvocato Enrico Cornelio.
Di qui il riconoscimento di oltre 300 mila euro per la vedova e di 165 mila euro per ciascuno dei quattro figli.
L’operaio aveva lavorato dal marzo 1960 all’aprile 1988 al Porto come socio-operaio della Compagnia Lavoratori Portuali, operando nella stiva delle navi, nei moli e nei magazzini dove erano presenti polveri di amianto.
Chi lavorava lo faceva senza le necessarie protezioni.
Il mesotelioma era stato diagnosticato dell’ottobre del 2007, l’uomo era morto dopo mesi di sofferenze.