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02 Aprile 2025

Si disinteressa del figlio minore, assegno raddoppiato.

Il Gazzettino di Venezia 2 aprile 2025
 
Si disinteressa del figlio minore, assegno raddoppiato.
 
Dopo aver lasciato la compagna, ha iniziato progressivamente ad allontanarsi anche dal figlio avuto dalla donna, versando saltuariamente l’assegno di mantenimento fissato dal tribunale e incontrando il minore sempre più di rado, in particolare dopo aver chiesto e ottenuto dal datore di lavoro il trasferimento prima in Calabria e poi in Svizzera.
Ed è proprio come conseguenza del mancato interessamento al figlio che un padre, residente a Venezia fino a pochi anni fa, si è visto revocare dalla Corte d’appello di Venezia l’affidamento condiviso del minore, ora attribuito in via esclusiva alla donna.
I giudici della terza sezione civile della Corte hanno anche aumentato l’assegno mensile che l’uomo dovrà versare per il mantenimento del figlio: 600 euro (in sostituzione della precedente somma di 350 euro), oltre al 50 per cento di tutte le spese straordinarie, tra cui quelle mediche e scolastiche.
La sentenza potrà essere impugnata in Cassazione.
LA CAUSA CIVILE
Ad avviare la causa civile contro l’uomo è stata la ex compagna, rimasta sola quando il figlio aveva compiuto l’età di sei anni.
La donna è stata costretta a rivolgersi al giudice in quanto si era ritrovata a farsi carico di tutte le spese per il mantenimento del minore: un onere gravoso, in particolare alla luce del grave disturbo di deficit di attenzione di cui soffre il bambino, dichiarato invalido al cento per cento e obbligato a farsi supportare da un insegnante di sostegno,, da un logopedista e da una baby sitter.
L’assegno di 350 euro mensili stabilito dal tribunale non fu mai interamente pagato dall’uomo e così l’ex compagna, assistita dall’avvocato Enrico Cornelio ha chiesto la revoca dell’affidamento condiviso del figlio.
In primo luogo il Tribunale, presidente Lisa Micochero, ha rigettato la richiesta ritenendo che non vi fossero i presupposti né per l’aumento dell’assegno, né per concedere alla donna l’affidamento esclusivo del minore.
La Corte d’Appello, presidente Massimo Coltro, è stata invece di diverso avviso e, accogliendo il ricorso dell’avvocato Cornelio, ha dato piena ragione alla madre del bambino: “Non è data giustificazione alcuna della necessità di trasferimento del luogo di lavoro, né giustificazione alcuna del fatto che l’uomo da tempo non veda più il figlio minorenne, condotte che sono espressione della incapacità da parte del padre di prendersi cura del figlio”.