ARCHIVIO RASSEGNE
16 Marzo 2016

TRIBUTI Vittoria legale di un cittadino che aveva chiesto il rimborso dell’imposta

LA CASSAZIONE: VIA L’IVA DALLA TIA
Bocciato il ricorso di Veritas, che replica: “Soldi? Si vedrà con l’Agenzia delle Entrate”
NEI GUAI la sede di Veritas: l’azienda potrebbe essere chiamata a rimborsi milionari.

Michele FullinL’Iva sulla Tia (tariffa di igiene ambientale) che i cittadini hanno pagato in bolletta tra il 1999 e il 2012 non era dovuta in quanto la Tia è da considerarsi pacificamente un tributo e come tale non assoggettabile ad altre imposte. Lo hanno deciso, sulla scia della Corte Costituzionale, diverse sentenze della Cassazione, che in passato avevano condannato Veritas a restituire il “maltolto”.
Questa volta, però, la decisione è stata presa a Sezioni Unite e quindi il valore giurisprudenziale si può ritenere definitivo.
Il risultato è dovuto ad un cittadino che, per poche decine di euro di controvalore, ha avuto la determinazione di andare avanti (con lo studio dell’avvocato Enrico Cornelio) in tutti i gradi di giudizio, dopo che sia il Giudice di Pace che, parzialmente, il Tribunale gli avevano dato ragione.
Cosa succede ora? Veritas restituirà l’Iva al cittadino che ha vinto la causa e poi chiederà il rimborso all’Agenzia delle Entrate. Per tutti gli atri invece non cambierà nulla nell’immediato, perché Veritas attende istruzione dallo Stato e dall’Agenzia delle Entrate, che poi sono i soggetti che hanno incamerato l’imposta versata dai cittadini. L’Iva raccolta con le bollette è stata infatti sempre liquidata periodicamente (lo fanno tutte le partite Iva) e non può esserci disponibilità nelle casse di Veritas di somme che insieme farebbero diversi milioni di euro.
“Come più volte dichiarato – dicono da Veritas – il rimborso agli utenti domestici dell’Iva deve essere effettuato non appena arriveranno indicazioni dettagliate dall’Erario, senza bisogno di cause o contenziosi. Ad esempio, se l’Agenzia delle Entrate approverà, l’eventuale rimborso delle somme dovute a tutti i cittadini potrà aver luogo accreditando l’importo nelle bollette a venire”.
Questo perché la società dovrebbe prima ricevere dallo Stato la disponibilità delle somme da rimborsare. Almeno a rate o attraverso una compensazione con le imposte dovute dal singolo cittadino. Dato lo “stato confusionale” dell’Agenzia delle Entrate, che nel 2015 aveva sostenuto, su richiesta di Veritas che “l’applicazione della Tia è legittima”, però, i tempi per la restituzione restano indefiniti.
Questo non promette nulla di buono per l’utente, poiché chi non ha fatto causa dovrà attendere ancora. “Nel frattempo – rammenta l’avvocato Cornelio – si prescrivono gli anni di cui si è aderito al rimborso, che, ad oggi, vanno dal 2006 al 31.12.2012… onde per cui più tempo si fa passare, meno si recupererà”.
A livello nazionale si parla di circa 900 milioni, l’equivalente della manovra del governo di legge di stabilità 2016 per far ripartire i cantieri.
Sul territorio comunale, l’importo complessivo Veritas non lo ha ancora calcolato, ma certamente ammonterà a qualche milione.