ARCHIVIO RASSEGNE
08 Febbraio 2014

Ucciso da mesotelioma nel ’73: Le Ferrovie dovranno versare alla famiglia 800mila euro

Il Gazzettino 8.2.14
MARGHERA All’epoca l’uomo aveva 56 anni: ma la malattia non venne segnalata all’Inail
MORTO DI AMIANTO, RISARCITO 41 ANNI DOPO
MESTRE
E’ morto di amianto nel 1973, verrà risarcito nel 2014 dalle Ferrovie. Ma i 41 anni non si spiegano con le lungaggini della Giustizia italiana, il fatto è che il signor Francesco B., è morto di mesotelioma all’età di 56 anni, senza sapere che la sua malattia era riconducibile al lavoro di macchinista delle ferrovie che aveva svolto dal 1945 al 1971. I locomotori sui quali aveva lavorato Francesco B. infatti erano elettromotrici completamente imbottite di amianto. Nel 1971 l’ospedale Umberto I di Mestre diagnostica il mesotelioma pleurico –la cui unica causa possibile è l’amianto- ma le Ferrovie dello Stato si guardano bene dall’avvertire Francesco B. e, anzi, lo incoraggiano ad andare in pensione anticipatamente utilizzando la legge sugli ex combattenti invece che per causa di servizio. Dopo due anni Francesco B. muore. Per quasi quarant’anni la pratica rimane sepolta nei cassetti dove avrebbe continuato a dormire per sempre se nel 2011 un puro caso non avesse riaperto il cassetto. Il fatto è che uno dei figli di B., che lavora alla Fincantieri, durante un normale controllo sulle sue condizioni di salute, si sente chiedere se in famiglia ci siano casi di morte precoce. Al medico dello Spisal, il figlio di Francesco B. riferisce che il padre è morto di mesotelioma pleurico all’età di 56 anni. La dr.ssa Maria Nicoletta Ballarin a quel punto chiede le cartelle cliniche all’ospedale di Mestre e così scopre che Francesco B. è morto per un tumore derivante dall’esposizione all’amianto. A quel punto lo Spisal attiva la denuncia all’Inail di malattia professionale e dunque solo in quel momento, cioè nel 2011, i familiari di Francesco B. vengono a sapere che il loro congiunto è morto di tumore contratto durante il lavoro come macchinista delle ferrovie. Da qui parte la causa dell’avv. Enrico Cornelio che chiede al Giudice del Lavoro il riconoscimento della morte di B. per esposizione all’amianto. E il Giudice del Lavoro, Anna Menegazzo, riconosce agli eredi il diritto ad essere risarciti da RFI che è subentrata alle Ferrovie dello Stato nella parte relativa alla gestione del materiale rotabile. Perché le Ferrovie? Perché le FS non potevano non sapere nel 1971 che il mesotelioma pleurico deriva dall’amianto. Le prime risultanze scientifiche del rapporto di causa-effetto tra malattia e amianto sono del 1906, addirittura, ma il mondo scientifico accetta definitivamente che esista correlazione nel 1963 e quindi 8 anni prima che Francesco B. si ammali. Ecco perché il Giudice del Lavoro non ha avuto dubbi ed ha condannato RFI a pagare agli eredi 330milaeuro, che arriveranno a 800mila euro con gli interessi maturati dal 1973, anno del decesso di Francesco B. ad oggi.

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