ARCHIVIO RASSEGNE
08 Marzo 2023

Venezia, ucciso dall’amianto: caccia per trovare chi deve risarcire

CORRIERE DEL VENETO 8.3.2023
L’uomo è morto poco prima di compiere 69 anni. I vecchi datori di lavoro hanno però chiuso: toccherà a Edison versare 70 mila euro
Si è spento pochi giorni prima del suo 69esimo compleanno e gli ultimi mesi erano divenuti un calvario senza fine perché, senza più la laringe, non poteva parlare, mangiare, neppure piangere senza che il dolore diventasse insopportabile. Una sofferenza che, oltretutto, rischiava di restare senza un adeguato risarcimento: non solo la vittima, oltre ad aver lavorato a contatto con l’amianto, ha sempre fumato e quindi la causa del tumore che gli ha colpito la gola poteva essere quantomeno contestata; ma soprattutto i vecchi datori di lavoro non esistono più e si rischiava di non avere nessuno a cui poter chiedere il conto. Invece, grazie alle ricerche del suo avvocato Enrico Cornelio, si è scoperto che nel biennio 1971-73, lo stabilimento era stato sotto il controllo di Montecatini Edison Spa e dunque i familiari hanno tentato di rivalersi su Edison, che è stata condannata dal giudice del Lavoro veneziano a pagare quasi 70 mila euro.
La battaglia legale
Al centro della vicenda un operaio classe 1950, morto nel 2019, che per anni ha lavorato nello stabilimento per la produzione di alluminio di Fusina. Una realtà che aveva visto susseguirsi tante società: Alluminia, Alumix, Sava, tutte oggi scomparse, salvo Edison, che ora quindi si trova a concorrere nella responsabilità ammesso che il lavoratore in questione sia stato impiegato anche durante il periodo citato. È il caso dell’operaio deceduto quattro anni fa, che ha servito in quegli impianti quasi dalla loro apertura e fino al 2006. Assistiti dall’avvocato Cornelio, la vedova, il figlio adulto e i due nipotini hanno quindi avviato la causa in tribunale, ma non è stato semplice accertare la causa del decesso: i certificati Inail che provavano la presenza di amianto nei reparti in cui lavorava l’uomo sono in realtà successivi al periodo che interessa Edison – e che quindi risulta fondamentale per il risarcimento – ma il giudice ha comunque ritenuto credibile che negli anni precedenti le cose non fossero troppo diverse da quelle accertate dalle carte utili alla concessione dei «benefici amianto» del 1992. Una perizia del medico legale, poi, ha tolto ogni dubbio sulla fonte della malattia: sigarette o meno, nelle fibre polmonari dell’operaio sono stati trovati corpuscoli di amianto cristolo in dose massiccia. Il tribunale ha quindi riconosciuto ai familiari della vittima 69.753 mila euro e la metà delle spese legali.